Lo scorso weekend è venuta a trovarmi Cutti. Dopo mesi di programmazione finalmente è riuscita a raggiungermi e abbiamo passato assieme un intero weekend: cosa che non succedeva da almeno due anni.
Cutti è una fenice. Con le sue lunghe ali piumate è in grado di attraversare interi continenti costruendo città, porti e culture, e il giorno dopo volare in picchiata sulla stessa rotta bruciando assieme ad ogni cosa. Nei giorni scorsi l’ho vista dondolare pensierosa contemplando il suo ultimo operato: un lavoro non voluto, un ritorno non voluto, una convivenza non voluta. E lontano, verso l’orizzonte, un desiderio di realizzazione solitario. L’ho capita profondamente, così come si fa quando si sta vivendo lo stesso periodo difficile, ma non è stato necessario consolarla: è stata lei a consolare me. Nonostante lei bruciasse ancora, come una brace mai sopita, dopo aver preso coscienza di una vita troppo lontana dalle proprie aspettative, ha scintillato per due giorni accanto a me impolverandomi con l’oro delle sue ali.
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